IL TERRITOIO ALLA MERCE’ DEGLI SPECULATORI EDILIZI
Un altro esempio eclatante di come ai politici non interessa affatto l’ambiente , la salvaguardia del territorio ( dove stanno gli ecologisti, i verdi: ma non vedono proprio niente di tutto ciò che li circonda?). Provate a recarvi a Cerveteri: tutto un cantiere. Decine e decine di villette costruite e sparse a macchia di leopardo su un territorio che va proprio da Cerveteri sino alla strada intercomunale che porta a Sasso, dalle colline sino quasi a ridosso della via Aurelia. Un territorio vastissimo invaso per chilometri e chilometri dal cemento. E’ mai possibile che nessuno vede tale scempio?
Chi sono questi amministratori (politici) che hanno fatto diventare edificabile un territorio così vasto di natura agricolo. Quale agricoltura, quale coltura di tipo intensivo potrà mai più essere fatta su questo territorio se tutto sta per essere occupato dal cemento. E che dire poi della situazione edificatoria intorno a Tivoli dove sono stati scoperti nelle campagne interi comprensori di costruzioni abusivi, probabilmente sorti con la complicità del Comune e/o dei suoi dipendenti. Che dire ancora di tutte le costruzioni intorno ai Castelli Romani sino a Roma. Chi ha mai controllato l’operato degli amministratori pubblici? E’ tutto regolare? Possibile che per Km e Km tutto è edificabile? Chi commette questi scempi perché non va mai in galera? Ma queste situazioni, con la complicità degli organi locali si vedono dappertutto. Provate a recarvi in altri stati europei una cosa del genere sarebbe inverosimile. In Italia tutto è permesso. Anche qui che interessi ci sono dietro? E’ mai possibile che in Italia nessuno si preoccupa seriamente del territorio. Ma davvero siamo buoni solo a cementificare? Come si fa a permettere la distruzione di territori così fertili di natura agricola e anche turistica in modo irreparabile senza che nessuno intervenga? Sicuramente analoghe situazioni, forse anche peggiori, sono presenti in altre parti d’Italia ( anche Celentano ha posto in evidenza la piaga della cementificazione continua e inesorabile della costa ligure).
Sulle zone costiere stendiamo un velo pietoso, c’è solo da vergognarsi per lo stato in cui sono state ridotte. Si è costruito così tanto in tali zone che percorrendo le strade in automobile per diversi chilometri non c’è possibilità di vedere il mare, pur essendo ad una distanza di poche decine di metri (Torvaianica docet).
Oggi non si salvano più neanche quelle della Sardegna, della Calabria, delle Puglie, per non dire della costa adriatica, ecc. Basta poi dare uno sguardo alle tante pubblicazioni che sono distribuite gratis sul mercato della compravendita di beni immobiliari per rendersi conto verso quale sfacelo ci stanno portando i politici. Costruzioni da tutte le parti, in tutti i siti, nei fossi, nelle scarpate, con nomi di località le più fantasiose, fatte senza rigore architettonico. Una costruzione alta, una bassa, una fatta con intonaco, un’altra a cortina o a blocchetti, orrende a vedersi. Spesso gli immobili di questi comprensori che nascono a iosa, con l’accordo dei politici, vengono messi in vendita sulla carta senza alcuna sicurezza per gli acquirenti. Sono fatti con sistemi antisismici? I servizi essenziali (strade, fognature, condutture del gas, dell’acqua, del gas, trasporti urbani, ecc.) sono state assicurati? La loro abitabilità è stata appurata dagli organi amministrativi?
Quale intervento saremmo capaci di fare o di proporre ora vi domanderete. Iniziamo con:
Primo intervento politico: togliere subito alle amministrazioni comunali, vere responsabili del dissesto del territorio, il potere sul territorio stesso e affidarlo allo Stato o a Commissari Prefettizi ( da studiare la costituzione di appositi comitati regionali formati da persone esperte sulla pianificazione del territorio, con l’ausilio di geologi, ecologisti, ecc., sotto il controllo di detti commissari prefettizi) in modo da poter realizzare piani regolatori compatibili con l’ambiente e la difesa del territorio (Il nostro parere, ancor più radicale, a salvaguardia del territorio, sarebbe di non permettere più di costruire ma mettere mano al rinnovamento di interi quartieri periferici più degradati. In poche parole buttare giù costruzioni e ricostruire in modo migliore e più umanizzante).
Nessuna modifica deve essere fatta a detti piani regolatori una volta pianificato il territorio. I piani regolatori vengono fatti come abbiamo detto sopra solo per favorire questo o quel costruttore, non per gli interessi dei cittadini, ma poi per che cosa in cambio? Ce lo possiamo certamente immaginare. Probabilmente tangenti, le cosiddette mazzette.
Inoltre per evitare che tutto passi in cavalleria una volta che si sono perpetrati gli abusi edilizi, bisogna tramite modifiche di legge, allungare i tempi di prescrizione di tali delitti, che sono oggi solo di quattro anni, facilmente aggirabili e superabili con i tre gradi di giudizio che ogni ricorrente (abusivista) può per legge attivare. La prescrizione dovrebbe, per legge, essere allungata almeno a 10/15 anni. Inoltre galera lunga e dura per detti distruttori del territorio, compresi collusi e corrotti che facilitano gli abusi edilizi. Per finire, come pena ulteriore, requisizione dei patrimoni privati di tutti i soggetti partecipanti ai suddetti delitti. Scommettiamo che in tal modo sarebbero ridotti al minimo o addirittura eliminati gli abusi di cui abbiamo parlato?
Quanto sopra è solo un esempio di come viene condotta la cosa pubblica. L’attività politica è svolta e rivolta quasi esclusivamente per soddisfare interessi privati e di parte. La lotta spasmodica per farsi eleggere investendo anche milioni di euro ne è una riprova assoluta.
Secondo intervento da farsi è quello di vietare in modo assoluto la vendita di terreni ad uso agricolo ad immobiliaristi il cui unico scopo è la speculazione edilizia che spesso in accordo con i politici vengono successivamente trasformati in terreni edificabili. Invece i comuni dovrebbero essere obbligati e farsi carico di acquistare tali terreni a prezzo agricolo ed effettuarvi parchi attrezzati per i cittadini oppure procedere al loro rimboschimento. Inoltre, deve essere assolutamente impedito di costruire abitazioni a ridosso delle strade più importanti (soprattutto le consolari). Deve essere lasciato uno spazio di almeno 100 metri da ambedue i lati, al fine di permettere ogni possibile successivo intervento a favore della viabilità stessa e della sicurezza dei cittadini (ampliamento della sede stradale, piazzole per parcheggi, allargamento di marciapiedi, la dove è possibile fare delle rotonde al posto dei semafori, costruire piste ciclabili, ecc.)
Terzo intervento da fare subito: far intervenire la Magistratura per indagare a fondo a) su tutte le delibere comunali che hanno permesso negli ultimi decenni la cementificazione delle città, dei
paesi, del territorio agricolo, delle coste ecc. e a quali costruttori sono state date concessioni per la costruzione (quindi distruzione completa di territorio) di interi nuovi quartieri, che poi si rivelano anche abusivi ( V. recente scandalo del c.d. quartiere “Terrazze del Presidente” in Roma );
b) sulle imprese affidatarie di concessioni edilizie e perché sono state loro affidate; c) su chi si è arricchito indebitamente sugli abusivismi edilizi imperanti che finiscono quasi sempre nel dimenticatoio, ecc.
Quarto intervento: predisporre subito una legge che impedisca ai costruttori di vendere unità immobiliari, come spesso oggi avviene, sulla carta, ma soltanto quando sono ultimate in modo definitivo e, naturalmente, con tutte le attestazioni e certificazioni degli organi preposti relative all’abitabilità delle stesse unità e, inoltre, solo quando siano completate tutte le infrastrutture del caso (strade, parcheggi, fognature ecc.).
Quinto intervento: far indagare la Guardia di Finanza sulle compravendite degli immobili che hanno permesso a migliaia di agenzie immobiliari, arricchimenti impropri .Come? Potete immaginarlo. Il cittadino paga a prezzo pieno l’immobile da acquistare, senza che gli venga fatto alcuno sconto. Stipula dal notaio la compravendita a prezzo ribassato, al valore della rendita catastale,(almeno fino a qualche tempo fa era così). Il mediatore (agenzia) incassa la percentuale per la mediazione effettuata. al valore reale pattuito dell’immobile e non a quello stipulato dal notaio, di fatto evadendo imponibile quindi non pagando le tasse dovute. In verità evadono tutti, compreso l’acquirente. Ma invece di attuare questi sotterfugi perché non si rendono più convenienti i prezzi delle abitazioni e la tassazione sulle stesse riducendo le aliquote di imposta che sono davvero gravosissime proprio per l’altezza dei prezzi suddetti. Basta con la posizione monopolistica degli operatori immobiliari.
Sesto intervento : effettuare la liberalizzazione degli affitti immobiliari. Dare un tempo massimo di cinque anni e poi procedere. Basta con l’equo canone e la rigidità degli sfratti. Il prezzo alto degli affitti è dovuto proprio alle rigidità del sistema immobiliare italiano. Ci sono migliaia di appartamenti sfitti che non vengono messi sul mercato a disposizione di affittuari proprio per la quasi impossibilità da parte dei proprietari di ritornare in possesso in tempi celeri del proprio immobile quando per vari motivi gli occorre o quando l’inquilino risulta moroso. Troppe spese da affrontare per avvocati, ristrutturazioni varie ecc. che spesso costano più di quanto si è ricevuto negli anni dagli affittuari. Certo per i primi anni non sarà facile per gli affittuari a basso reddito affrontare la lievitazione degli affitti, ma in questo caso si potrebbe pensare ad un contributo dello Stato e alla costruzione di case popolari (da assegnare ai veri poveri e non ai soliti raccomandati o a coloro che evadono le tasse e dichiarano di essere nullatenenti e magari circolano per le strade in SUV o con macchine di lusso) Certamente a medio termine avverrebbe una stabilizzazione del mercato degli affitti e sicuramente, mediante la più ampia concorrenza tra i proprietari, un successivo ribasso, se è vero come è vero che l’80% degli immobili risulta di proprietà privata.
Inoltre, Settimo intervento, cosa importantissima, siamo dell’avviso ed è urgente, per evitare la forte evasione oggi esistente, che si debba fare una riforma fiscale sui redditi percepiti dal possesso di proprietà immobiliari e non solo. E’ risaputo che il cumulo di più redditi prodotti da una persona fisica (da lavoro dipendente o da pensione, da fabbricati, da capitale, ecc.) fa aumentare notevolmente il prelievo fiscale in virtù delle aliquote per scaglioni di reddito.
Ebbene,quello che vorremmo riformare non sono dette aliquote, che si possono anche variare a seconda del fabbisogno finanziario dello Stato, ma che le stesse fossero applicate per ogni tipologia di reddito prodotta partendo però dal primo scaglione (che è oggi del 23% per redditi fino a euro 15 mila ).
Ci spieghiamo meglio. Se ad esempio una persona fisica produce un reddito complessivo annuo di 45 mila euro di cui 30 mila da redditi da lavoro dipendente e 15 mila da redditi da fabbricati con il sistema vigente (cumulo dei due redditi=45 mila euro) pagherebbe un’imposta complessiva di euro 13.420,00, mentre con la seconda soluzione verserebbe all’erario euro 7.720,00 per il reddito da
lavoro dipendente ed euro 3.450,00 per il reddito da fabbricati (totale euro 11.170,00). Risparmio euro 2.250,00. Pensiamo, quindi, che promuovendo una riforma fiscale di questo genere l’evasione nel nostro paese si potrebbe ridurre notevolmente in quanto ogni reddito prodotto sarebbe colpito con la stessa aliquota tributaria per scaglione di partenza. Chi non è per propria natura un evasore incallito sarebbe in questo modo più incentivato a dichiarare i propri redditi. Pensiamo ad esempio a un contribuente con reddito da lavoro dipendente per euro 15.000,00 ed evasore per redditi da affitto fabbricati di proprietà sempre per euro 15.000,00 (per ipotesi: rendita catastale aumentata del 5% euro 1.200,00). Il cumulo dei redditi in questo caso è di euro 16.200,00. L’imposta da pagare (abbiamo escluso come sopra la possibilità di riduzione del reddito per detrazioni e deduzioni d’imposta) risulta di euro 3.774,00. Nel caso il contribuente avesse dichiarato tutti i suoi redditi con il cumulo lo stesso sarebbe di euro 30.000,00 e l’imposta complessiva da pagare di euro 7.720,00. In base alla riforma fiscale che abbiamo sopra proposto avremmo due redditi da sottoporre a tassazione: da lavoro dipendente per euro 15.000,00 (aliquota fiscale applicata 23%) e imposta finale da versare di euro 3.450,00 e da redditi da fabbricato (affitto) per euro 15.000,00 e medesima imposta da versare di euro 3.450,00. per un totale di euro 6.900,00. Per redditi alquanto bassi i risparmi non risultano così evidenti, seppur di euro 820,00. come per quelli più alti. In questo caso ci vorrebbero ulteriori agevolazioni. Certamente chi è avvezzo ad evadere continuerà ad evadere ( vedi il primo caso) ma qui dovrebbero subentrare controlli seri e incrociati tra fisco, enti locali, fornitori delle utenze, ecc. per stanare i suddetti evasori incalliti che spesso usufruiscono anche di benefit e privilegi che gli enti pubblici mettono a disposizione della cittadinanza meno abbiente. Forse vi abbiamo un po tediato su questo argomento che è più per esperti di norme fiscali e tributarie, ma valeva comunque la pena dare un minimo di informazione su questo tema.