EQUITALIA
Riprendiamo il discorso appena concluso sulla falcidia dei redditi dei cittadini parlando delle tariffe, delle imposte, delle tasse, delle sanzioni amministrative che di fatto per legge vengono emanate in primis per rimpinguare le casse dello Stato (delle Regioni, dei Comuni e delle loro Aziende Municipalizzate, Consorzi,ecc.) e in secondo luogo per impedire o rendere difficile a chicchessia di opporsi se non con grande dispendio di tempo, di soldi, di energie fisiche e mentali. Cari incazzati come noi i suddetti Enti Pubblici, a difesa delle loro prerogative, si avvalgono dell’esattore per antonomasia, Equitalia S.P.A (suddivisa in varie agenzie di riscossione), una società che in forza di legge ha il precipuo scopo di incassare tributi di qualsivoglia natura e non bada a spese e a pseudo minacce pur di raggiungere il proprio scopo ed intascare gli aggi (commissioni) ed i
rimborsi spese di notifica che gli vengono consentiti sempre per legge.
Questa Società nel 2010 ha ottenuto ricavi per 1,29 miliardi di euro di cui 1,22 miliardi dall’incasso delle suddette commissioni a fronte di riscossioni per conto dello Stato ed di altri Enti pubblici non statali per 8,87 miliardi di euro. Il MOL ( margine operativo lordo) risulta essere stato di 248,65 milioni, l’EBIT (risultato ante oneri finanziari) di 158.98 milioni e gli utili di 28,24 milioni di euro.
Ma veniamo ai fatti concreti di tutti i giorni e alle vessazioni che subiscono i cittadini. Caso tra i più eclatanti è quello della riscossione delle multe per infrazioni al Codice della Strada. Non vogliamo qui difendere a tutti i costi i cittadini che commettono dette infrazioni, ma solo far rilevare come certe sanzioni amministrative applicate siano spropositate in relazione ai redditi che normalmente vengono da essi cittadini percepiti. (mai spropositate nei confronti di coloro che guidano in stato di ebbrezza, sotto l’effetto di droghe, percorrono strade sulle corsie di emergenza, in divieto di accesso, ecc.).
Facciamo un esempio per farvi capire. Un reddito mensile di modesta entità di 800/1000/1200 euro o poco più non può assolutamente “sopportare” una sanzione (multa) per una banale infrazione al c.d.s di 80/90 euro compresi vari costi accessori (v. vari artt. del codice della strada e L. 689/81 art.27 e seg.). Significa che il reddito di cui sopra subirebbe damblè una defalcazione dell’ordine dell’8/10 % assolutamente insostenibile per chi non ce la fa ad arrivare alla fine del mese.
Ed è per questo che moltissimi cittadini non riescono a pagare dette sanzioni e debbono subire sempre per legge dopo 60 giorni il raddoppio del quantum da pagare mettendo ancor più in crisi gli stessi cittadini i quali entrano in un circolo vizioso nel quale si vedono nel tempo sempre più aumentare, per le impossibilità oggettive di pagare, l’importo della multa inflitta solo qualche mese prima.
E qui entra in opera la mannaia di Stato, l’esecutore per eccellenza adibito alla riscossione quasi coatta di quanto l’apparato pubblico richiede: Equitalia S.p.A. Tantissimi cittadini come tantissime imprese sono finite sotto le grinfie di questa società che ce la mette tutta ed usa ogni mezzo “ legale” per ottenere quello che istituzionalmente le viene conferito di fare. L’iscrizione di ipoteche su immobili, il pignoramento di beni immobili o mobili, il fermo amministrativo di un bene mobile sono fatti all’ordine del giorno. Il bello è che spesso il cittadino o l’impresa morosa non ricevono da Equitalia l’avviso di iscrizione dell’ipoteca o del pignoramento del bene che spesso viene posto in vendita all’asta per il recupero del credito all’insaputa del contribuente/debitore.
E’ pur vero che oggi viene data la possibilità di pagare il debito in lunghe rate, ma se il problema è che comunque non ce la si fa per la grave crisi economico-finanziaria che ha colpito il paese, l’accanimento della suddetta società (e dello stato che ha conferito ad essa tale facoltà) verso cittadini che hanno come unico bene la propria casa o i beni della propria impresa la riteniamo davvero grave e senza umanità. Cari incazzati come noi vi raccontiamo un caso davvero eclatante che ci è stato raccontato da un cittadino qualche giorno fa (6 dic.2012), ma di queste storie o simili ce ne sono a bizzeffe. Il Tizio, nome di fantasia per privacy, è andato da una concessionaria per cambiare la propria auto con un’altra dello stesso tipo ma nuova.
Con la valutazione della vecchia auto l’impegno del proprietario era quello, prima di ritirare la nuova, di consegnarla entro pochi giorni con tutti i documenti (foglio complementare, libretto di circolazione ecc.), le doppie chiavi e con il bollo auto valido dell’anno in corso. Il proprietario cittadino ha tutto in ordine ad eccezione del bollo auto, Si reca ad un’agenzia ACI per fare il detto bollo che aveva dimenticato di regolarizzare ad inizio anno e sorpresa la detta agenzia non è in grado di farlo e sapete perché? Equitalia con un provvedimento non sappiamo quanto regolare aveva già dal 2007/2008 emesso un fermo amministrativo dell’auto in quanto non era riuscito a riscuotere per conto del Comune di Roma gli importi di alcune vecchie multe e comprensive delle more e degli aggi della società in oggetto.
L’assurdo di tutto ciò è che il cittadino proprietario dell’auto aveva fatto ricorso al Giudice di Pace di Roma per il detto fermo amministrativo., il quale Giudice di Pace aveva emesso dal gennaio 2009 sentenza di remissione del detto fermo e naturalmente anche l’annullamento delle vecchie multe e condannava il Comune di Roma ed Equitalia resisi contumaci (hanno disertato l’udienza) a rimborsare le spese della procedura. La sentenza in questione venne comunicata ad Equitalia nell’agosto del 2010 che si è ben guardata di comunicare al PRA e al proprietario cittadino l’annullamento del fermo amministrativo dell’auto.
I risvolti di tale inadempienza è che il cittadino non può oggi sostituire la propria auto con una nuova già saldata finchè non viene regolarizzata la procedura. C’è di più il detto fermo amministrativo ha di fatto impedito al proprietario cittadino per circa 4 anni di poter vendere la propria auto, ovvero di guidarla e se lo ha fatto l’ha fatto a sua insaputa e a proprio rischio. Grazie Equitalia per la sua efficienza, ne prendiamo atto. Ripetiamo di questi fatti e di altri anche molto ma molto più gravi ce ne sono tantissimi. I cittadini sudditi spesso soccombono per ignoranza e per timore di opporsi ed anche per impossibilità economiche che hanno di difendersi contro una società di tale genere che ha tutti i mezzi “legali”, e, ipotizziamo anche poco legali, per fare davvero male.
Cari incazzati come noi tutto quello che fa Equitalia è stato approvato con leggi deliberate dal Parlamento. Sono i nostri politici che oggi si ripropongono di governare il Paese ad aver dato ad Equitalia quasi una sorta di impunità. Non ci pensano proprio a modificare a favore dei cittadini leggi inique eliminando tutte le gabelle che fanno lievitare in modo abnorme oneri già di per se esosi. Anzi è di questi giorni (gennaio 2013) la notizia di un ulteriore aumento delle sanzioni amministrative previste nel Codice della Strada. Un controsenso. Un ultimo fatto di recente raccontatoci: sanzione di lire 100.000 nel 1993 (circa 50 euro) lievitata nel tempo con cartelle esattoriali a 1.600,00 euro. Incremento di oltre il 3.000%. Se questa non è usura cos’è?
Intervento politico: a) Abbassare per quanto riguarda le sanzioni del codice della strada gli importi delle multe soprattutto quelle che riguardano le più comuni che avvengono di solito nelle città (divieto di sosta, passaggio di motocicli o auto in percorsi riservati ai bus, multe comminate agli automobilisti fermi causa ingorghi al centro di un incrocio e passati in precedenza con il semaforo verde, ecc.). b) Eliminazione totale della norma di legge che fa raddoppiare dopo 60 giorni l’importo della sanzione comminata e di altre che successivamente consentono di moltiplicarlo ( ciò vale anche per tutte le cartelle esattoriali di pagamento che riguardino l’IVA, l’IMU, l’IRPEF, altre imposte e tasse), c) permettere ai cittadini di frazionare il più possibile il pagamento delle dette sanzioni o di altre imposte (es. 90 euro suddivisa in 3 rate da 30).
Dobbiamo ricordare che le suddette infrazioni (urbane) avvengono spesso a causa delle dissennate politiche urbanistiche perpetrate negli anni dagli amministratori comunali nonché a causa del disastroso stato in cui versano i trasporti pubblici., obsoleti ed insufficienti, o per segnalazioni stradali poco visibili e posizionate in modo anomalo, quando del tutto improprie ( v. sopra rubrica sui palazzinari) che spesso non lasciano alternativa agli automobilisti dal commetterle. E qui i vigili urbani ci mettono del loro. Non parliamo inoltre delle sanzioni che vengono recapitate ai cittadini attraverso strumenti elettronici (velox, telecamere) installati lungo le strade nei posti spesso i più reconditi che sono un vero scandalo ed un modo per rapinare automobilisti a loro insaputa.