IL MENESTRELLO SE NE VA - (Dicembre 2016)
Finalmente, “il dado è tratto”. Il menestrello, il giullare, il cantastorie si è arreso sommerso dai cittadini italiani votanti che hanno detto No alla riforma costituzionale voluta e estremamente difesa dal capo di Governo Matteo Renzi e dai componenti del suo staff politico.
Della riforma costituzionale ne aveva fatta una propria creatura mettendo in gioco la propria credibilità davanti al Paese personalizzando l’esito stesso della votazione alla propria permanenza a capo dell’esecutivo: o passa il referendum o la disfatta dell’economia, queste erano in sostanza le parole che voleva inculcare nella testa degli italiani. Non è stato creduto e a ben ragione non solo dalla opposizione di destra e centro destra ma anche dai propri elettori di sinistra. Soprattutto la maggioranza dei giovani elettori ha detto no alle proposte demagogiche di Renzi che anche con la ennesima proposta di riforma elettorale (l’Italicum) avrebbe voluto per se una benedizione plebiscitaria.
Ora dovrà recarsi al Quirinale dove rassegnerà le dimissioni del proprio Governo al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Finalmente si apre un nuovo corso. Gli italiani sono stanchi di menestrelli che governano l’Italia sempre ingannando i cittadini. Prima Berlusconi che prometteva stabilità del Paese e maggior benessere per tutti gli italiani e si è visto cosa è successo: impoverimento del paese, debito pubblico in salita, disoccupazione giovanile e non solo salita a livelli stratosferici, povertà diffusa che ha colpito la numerosa classe media della popolazione; successivamente, dopo un intermezzo dei governi Monti e Letta, Matteo Renzi, il rottamatore e il nuovo riformatore. Di fatto ha rottamato poco e riformato niente e, secondo noi, facendo molti danni che brevemente esponiamo.
In primis: l’alleanza con il Nuovo Centro Destra (NCD) di Alfano e Verdini che ha diviso da subito all’interno lo stesso Partito Democratico e disaffezionato gli elettori di sinistra, ma che:
- ha portato a formulare leggi anti-democratiche togliendo diritti fondamentali ai lavoratori con il Job Act; ha tolto ai lavoratori diritti fondamentali sanciti dall’art. 18 (statuto dei lavoratori) conquistati dagli stessi dopo milioni di ore di sciopero; ha fatto poco o niente sulla legge Fornero, i lavoratori andranno in pensione sempre a 67 anni (caso unico in Europa) o anticipatamente, ma con forti penalizzazioni. Non solo, il Governo Renzi li stava nuovamente gabbando proponendo a chi ha raggiunto 63 anni la possibilità di uscita dal lavoro in anticipo (prepensionamenti) con il sistema APE attraverso un prestito bancario, che poi i pensionati avrebbero dovuto rimborsare per 20 anni con rate mensili di ammortamento costanti corrispondenti al 5% della pensione annuale; quindi pensioni già basse che saranno ulteriormente ridotte col detto sistema (per migliori ragguagli v. legge sulle pensioni anticipate);
- Ha elargito con molta sufficienza il famoso bonus irpef di 80 euro riservato ai lavoratori dipendenti e assimilati che guadagnavano fino a 26000 euro lordi a partire dal 2014 (D.L. 66/2014), volendo far credere agli italiani che con tale erogazione (secondo noi misera) i consumi interni sarebbero aumentati con effetti benefici per l’intera economia. Niente di più errato: in sostanza ha dato poco più di 2,5 euro al giorno, cifra che non può smuovere neanche una paglia figuriamoci se riesce a far cambiare il benessere delle famiglie. La recente relazione del Censis e le ultime statistiche Istat parlano di una Italia sempre più povera con circa 1,6 milioni di famiglie e 4,6 milioni di individui in indigenza assoluta, senza contare altri milioni di cittadini, in maggioranza giovani disoccupati, che si sentono esclusi socialmente per via della mancanza assoluta di reddito;
- ha portato insicurezza ai cittadini con le leggi svuota carceri e depenalizzazioni di numerosi reati tanto che numerosissimi migranti dell’est europeo e del nord africa (rom, zingari, delinquenti di tutte le risme) hanno trovato casa in Italia, sicuri di farla sempre franca viste le leggi penali super tolleranti e buoniste;
- ha invitato di fatto i paesi mediterranei del sud e del Centro Africa (Libia, Tunisia, Egitto, Sudan, Eritrea, Nigeria, ecc.) a trasferire migranti in Italia andandoli a prelevare lungo le coste africane con navi appositamente predisposte a tale scopo (solo oggi 5 dicembre 2016 sono stati imbarcati altri 800 immigrati) con costi altissimi per le finanze italiane e per tutti gli italiani;
- stava facendo deliberare dal Parlamento la legge sullo Jus soli (per fortuna ferma al Senato che voleva riformare), cioè dare la cittadinanza italiana ai figli degli immigrati nati in Italia cosa che noi cari incazzati eravamo assolutamente contrari, se non per casi particolari (v. ns. articoli sull’immigrazione);
- ha fatto passare la legge sulle unioni civili. D’accordo sui diritti civili degli omosessuali ma contrarissimi sull’unione matrimoniale;
- ha tagliato i fondi per la Sanità, malgrado vada dicendo che li ha aumentati. I cittadini tutti stanno soffrendo di questo ridimensionamento: liste di attesa infinite per usufruire di prestazioni strumentali (ecografie, Tac, RM, mammografie, prestazioni fisiatriche e riabilitative, visite specialistiche, ecc.), insopportabili per un paese civile come il nostro. Si attendono mesi e mesi per avere un appuntamento, e non sempre ci si riesce . Alla faccia della tanta decantata prevenzione;
- non è riuscito a dare una risposta chiara e sicura alle migliaia di investitori e di piccoli risparmiatori che hanno perso tutto il loro capitale investito in banche decotte a loro insaputa (MPS, Banca Etruria, Popolare Vicenza, Veneto Banca, Carige). Inoltre, ha permesso di aderire alle regole europee sulla gestione delle crisi bancarie utilizzando in caso di risoluzione lo strumento bail-in che prevede, per cercare di superare dette crisi, di ricostituire il capitale attraverso la conversione di parte delle passività ammissibili in azioni. Ma per sopperire alle perdite oltre agli azionisti il detto strumento prevede che finanzino le banche in seria difficoltà finanziaria, i detentori di altri titoli di capitale, gli altri creditori subordinati, i creditori chirografari e le piccole e medie imprese, nonché le persone fisiche titolari di depositi sopra i 100.000 euro. Ciò vuol dire che quest’ultimi soggetti potrebbero solo salvare tale cifra, perdendo però tutto il capitale depositato in banca al di sopra del detto importo. Quindi, cari incazzati, non si è più sicuri neanche dei propri risparmi. Ci dica Renzi dove dovremmo depositarli? forse in casa alla mercè di ladri e malfattori o impiegarli in attività finanziarie a rischio dove ci si “butterebbero” a mani basse speculatori finanziari senza un briciolo di etica e di morale.
A questo punto ci fermiamo qui per non infierire oltremodo o essere ancor più critici e severi sul Governo del menestrello, anche per non parlare più diffusamente della bocciatura da parte della Consulta e del Consiglio di Stato, rispettivamente, della riforma delle Banche Popolari e della riforma della Pubblica Amministrazione (Legge Madia) presentate dai Ministri del Governo Renzi al Parlamento che in poche parole sancisce ancor di più il fallimento politico dello stesso Renzi, aldilà dell’esito del referendum sulla modifica della Legge Costituzionale.