GOVERNO LETTA E CRISI CONTINUA INSOLVIBILE
L’incapacità del governo Letta a risolvere la tremenda crisi economica e finanziaria del Paese è alla vista di tutti. Detta incapacità non si discosta dal fallimento dei precedenti governi (Berlusconi, Prodi, Monti). Ancora non hanno capito (ma fanno finta di non capire) che le politiche economiche sin qui attuate non portano a superare lo stato di crisi continua del Paese.
La continua stagnazione dell’economia del Paese non fa cambiare atteggiamento ai nostri governanti che hanno la piena responsabilità sul continuo aumento della tassazione. Fanno intendere in tutti i loro proclami che vogliono ridurre le tasse in modo che il meccanismo della crescita possa avere inizio. Vediamo però che il Governo è restio ad operare in tal senso in considerazione dell’enorme debito pubblico del paese. Infatti non ha il coraggio di tagliare la spesa pubblica improduttiva, fonte di malversazioni, corruzioni, clientelismi vari, ecc.
In parte la riduzione delle tasse è necessaria ma non sufficiente. E’ necessaria per invogliare le imprese internazionali ad investire nel nostro paese e a dar fiato alle nostre imprese in stato di apnea, ma non è sufficiente a dare respiro ai consumi interni caduti in modo drastico negli ultimi anni. Per incrementare detti consumi occorre ripristinare il potere d’acquisto dei cittadini meno abbienti taglieggiati già da tantissimi anni da aumenti indiscriminati dei prezzi e dalle “gabelle” (imposte e tasse) delle istituzioni pubbliche.
Lo abbiamo detto in rubriche precedenti tale taglieggiamento è stato perpetuato in primis proprio dalle imprese (agricole, industriali, commerciali, ecc.) che con l’introduzione dell’euro hanno subito raddoppiato, triplicato e a volte decuplicato i prezzi dei prodotti e dei servizi commercializzati. Sono artefici della loro stessa crisi che ha generato conseguenze gravissime per i lavoratori che vengono poi licenziati e messi sul lastrico. Hanno fatto il pieno al momento della conversione della lira con l’euro, oggi piangono lacrime di coccodrillo essendo i consumi caduti drasticamente. Sfidiamo chiunque a dire il contrario; che non sia realtà ciò che andiamo affermando.
Inoltre la domanda interna ha avuto conseguenze negative anche per lo stallo dei rinnovi contrattuali dei lavoratori dipendenti, soprattutto del settore pubblico i quali negli ultimi anni hanno anche subito notevoli decurtazioni (cancellazione indennità, limitazione o azzeramento degli straordinari, ecc.) sulla busta paga, già magra di per se. Per non parlare dei tantissimi lavoratori precari i cui stipendi da terzo mondo non consentono una benché minima vita dignitosa ed un futuro più sicuro. Non servono palliativi per far crescere la domanda interna come sta facendo attualmente il Governo tenendo fermi i contratti di lavoro del settore pubblico e dando una elemosina, consistente in una decina di euro o poco più al mese ai pensionati, somma che oltretutto sarà graduata in base ai redditi degli stessi fino a 2.000,00 euro lordi mese, come se appena al di sopra di tale importo si potesse passare subito nella fascia dei benestanti. Ma allora se tale reddito è più che sufficiente per vivere dignitosamente perché non riducono i loro stipendi o le loro pensioni allo stesso livello? Ma cari incazzati come noi che si può dire di uno Stato come l’Italia quando esso, tra le tantissime leggi inique, legifera una norma che prevede che un figlio per essere fiscalmente a carico del genitore non deve percepire un reddito annuo superiore a euro 2.840,52. Niente di più assurdo.
Non solo, ad un genitore di nostra conoscenza è pervenuta da Equitalia una cartella esattoriale in cui gli si contesta (dichiarazione 2011 per redditi 2010) una detrazione di soli 78,00 euro per un figlio a carico nullatenente. Che dovrà fare adesso il povero cittadino? O contestare a Equitalia l’assurdità della pretesa che con sanzioni ed interessi è arrivata a 100,00 euro e quindi affidare la pratica ad un tributarista con oneri ben maggiori della detta somma pretesa, o pagare ab torto collo l’importo totale della cartella esattoriale e togliersi così l’incubo dell’esattore di stato. Ardua scelta.
A proposito di cartelle esattoriali è stata di recente emanata dal parlamento una norma che prevede il pagamento delle stesse senza i relativi interessi di mora per invogliare i cittadini a mettersi in regola con l’Erario. Allora lo diciamo ancora: questi parlamentari non sono degni di sedere nel loro scranno, stanno letteralmente prendendo per i fondelli i cittadini.
Ciò che fa lievitare l’importo delle cartelle esattoriali non sono tanto gli intersessi che maturano per il mancato o ritardato incasso, quanto le assurde sanzioni amministrative applicate che fanno inizialmente raddoppiare e poi decuplicare il detto importo. In una situazione economica tanto negativa che non ha precedenti nel passato, se non in un’economia di guerra, dove i redditi di molte famiglie, comprese quelle delle imprese più esposte alla crisi, non sono sufficienti per arrivare alla fine del mese; dove tantissimi cittadini sono costretti a questuare, a chiedere beneficienza e farsi dare un pasto caldo presso la varie Caritas, i nostri politici (leggi politicanti), non sanno fare altro che emanare l’ennesima legge iniqua che non va affatto incontro ai cittadini. Di tale argomento ne abbiamo parlato abbondantemente nella rubrica dedicata a EQUITALIA (v. sopra).
Oggi 11 dicembre 2013 il Governo Letta ha ottenuto la fiducia dal Parlamento avendo avuto la maggioranza dei voti a mezzo dei partiti della coalizione PD, Nuovo Centro Destra e Scelta Civica. Siamo al punto di partenza. La crisi continua e continuerà ancora. Per far crescere la domanda interna, lo ripeteremo fino all’infinito, occorre subito dare una forte sterzata alla politica economica sino ad ora attuata dai Governi che si sono succeduti negli ultimi venti anni.
Incentivare la domanda con una politica economica keynesiana, innanzitutto con investimenti in settori strategici (telecomunicazioni, trasporti, ma no TAV, edilizia di ristrutturazione e non mangia territorio, ricerca e sviluppo in sanità e farmaceutica, turismo e beni culturali ecc.) che fanno crescere l’occupazione e nello stesso tempo danno respiro a salari e pensioni con incrementi, da subito, dei redditi che non siano inferiori ad almeno 300/400 euro/mese (esclusi i redditi da pensione baby e quelli oltre i 4.000 euro mese). Naturalmente, in contemporanea, eliminazione di sprechi e privilegi nell’apparato statale e negli enti locali, lotta durissima contro le varie mafie ed alle organizzazioni criminali nazionali ed internazionali che strozzano l’economia, sicurezza per famiglie ed imprese. Di tutto ciò abbiamo parlato abbondantemente nei capitoli precedenti.
Cari incazzati come noi il Potere costituito ancora minimizza la protesta dei cittadini. Stiano attenti, non c’e alcunché da sottovalutare. Né è la riprova la nascita di movimenti spontanei di cittadini comuni, non legati ad alcun partito, come il nostro, che si avvale soltanto del web per farsi conoscere, il movimento viola, il movimento dei forconi, il movimento 9 dicembre. Quando ci saranno migliaia e migliaia di cittadini incazzati veramente e che scenderanno tutti in piazza allora si che ci sarà da stare all’erta. Noi comunque ci muoveremo sempre in modo democratico come dicemmo in premessa, ma che ciò non rappresenti un alibi per i nostri politicanti ai quali diamo un consiglio spassionato, oltretutto dignitoso per loro: abbiate il coraggio di non presentarvi alle prossime e future elezioni come candidati a governare il nostro paese considerato i danni che avete procurato sino ad oggi alla nazione.
Il sig. Berlusconi pregiudicato e in attesa di altri processi penali, dopo anni di inettitudine al governo, di nuovo capo del rinascente partito di Forza Italia, postosi all’opposizione del Governo, circondato dai suoi vassalli e valvassori, ancora si prefigura di essere il salvatore della patria, dopo che ha affossato l’economia e illuso per anni le speranze dei cittadini italiani. Chi non si ricorda delle promesse di benessere per tutti fatte da tale personaggio alla sua “scesa in campo”: non metteremo le mani nelle tasche dei cittadini diceva. Ed infatti da allora gli italiani sono diventati tutti più ricchi, non è vero? Oggi si permette di dire ad una emittente straniera che lo ha intervistato: se sarò arrestato ci sarà la rivoluzione. Niente di più rivoluzionario. La sua prosopopea e il suo narcisismo non hanno mai fine.